Tre amici si ritrovano una sera per una rimpatriata.
Terminati gli argomenti sul lavoro, gli amici, le passioni, immancabilmente ad una certa ora
si passa alle ragazze: - Io mi sono sposato e sono stato fortunato, mia moglie e' una che
urla, urla, sentiste come urla...
- Ma anche la mia urla, grida, dice le parolacce... E la tua?
Il terzo, un po' meno estroverso dei precedenti: - Certo... certo anche la mia urla.
Riprende il primo: - L'ho scelta perche' ha delle gran belle gambe, e sapete che a me le
gambe eccitano! Torno a casa la sera dopo il lavoro, e la trovo nella vestaglia minigonna che
le ho regalato io. Lei mi viene incontro per salutarmi, ma io prima che riesca a baciarmi la
afferro per la vita e la porto in camera da letto. Accendo dei faretti che ho installato
apposta, e li oriento sulle sue splendide estremita' inferiori. Ancora in giacca e cravatta
comincio a baciargliele partendo dai piedi. Sento che lei ha capito il mio desiderio, e che
comincia ad ansimare. Arrivato alle cosce comincia a mugolare ed a tirarmi via la giacca e la
camicia. Poi quando comincio ad usare la lingua lei mi prega di essere penetrata, ed io la
possiedo a lungo, e lei urla, ed urla, ed urla...
- La mia invece ha un seno stupendo, grande ma solido, tondo con dei capezzoli durissimi.
Spesso mi assento dal lavoro per coglierla di sorpresa. Lei e' casalinga, e qualunque cosa
stia facendo quando arrivo le strappo il vestito sul petto e le ciuccio le tette
accarezzandole tutto il corpo. Lei ansima ed io la corico sul pavimento... sempre che non
trovi nessun mobile li' vicino. Estraggo il membro ormai paonazzo e glielo strofino addosso.
Lei impazzisce dal desiderio, salta su in piedi e mi mette sotto per farsi penetrare e
baciare ancora i capezzoli, ed urla, urla, grida... sapeste come grida!
Il terzo ha ascoltato interessato ma non sembra molto eccitato.
- Ma tu, non dici niente? Come urla tua moglie?
- Beh, se devo proprio... Quando torno a casa, alla solita ora, mi metto in canottiera e vado
in cucina per mangiare. Lei e' li' in vestaglia, stanca della giornata. Ci salutiamo, e mi
metto a leggere il giornale mentre lei sbriga le faccende di casa. Mangiamo in silenzio la
solita minestra, a volte un pezzo di formaggio molle. Lei pulisce la cucina mentre io mi
addormento davanti al televisore.
Sul tardi a lei a volte viene voglia e mi chiama dal letto, ed io mi sveglio. La raggiungo,
mi metto il pigiama e cerco di dormire. Lei comincia a piangere, non ho mai capito perche', e
allora mi volto e facciamo l'amore... due, tre minuti poi ho il mio orgasmo... fugace...
sapete, sono un po' precoce... e lei ricomincia a piangere. Mi alzo e mi avvicino alla
finestra, dove mi pulisco l'uccello sulle tende. Allora lei comincia a gridare, e urla,
urla...
Tre amiche si ritrovano una sera per una rimpatriata. Sono
passati molti anni e come sapete le strade della vita sono molteplici: una e' diventata una
manager, una e' diventata una suora, e una si e' sposata ed e' diventata una casalinga.
Si ritrovano a mangiare una pizza e si raccontano con moti di toccante umanita' del presente
e dei tempi passati. Alla frutta, non senza una inopportuna malizia, il cameriere porta tre
belle banane.
La manager afferra il frutto e con fare molto provocante per le amiche e qualche antistante
se ne ciba, a piccoli pezzi, inumidendo e titillando ogni pezzo con una agile e stuzzichevole
linguetta.
La suora e' tutta scandalizzata e irrigidendo e stringendo con severita' le labbra, usando
con destrezza le posate affetta finemente il frutto peccaminoso stando ben attenta che
nessuno la stia guardando.
La casalinga invece osserva poco convinta il contenuto del piatto. Si guarda attorno
sconsolata. Prende allora fermamente la banana con una mano e la sbuccia. Si guarda ancora
attorno alla ricerca di chissa' cosa, poi sbuffando alza gli occhi al cielo e afferrandosi la
nuca con la mano libera si spinge la testa fino ad ingoiare forzatamente il giallo fallo.