Barzellette non trasponibili

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barzellette trasponibili «Vorrei raccogliere delle barzellette 'non trasponibili'. Avete notato che molto spesso procedendo ad una semplice sostituzione..»

 

Last modified: Mar 20, 1998 (Created: Mar 20, 1998)
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Tre amici si ritrovano una sera per una rimpatriata. Terminati gli argomenti sul lavoro, gli amici, le passioni, immancabilmente ad una certa ora si passa alle ragazze: - Io mi sono sposato e sono stato fortunato, mia moglie e' una che urla, urla, sentiste come urla...
- Ma anche la mia urla, grida, dice le parolacce... E la tua?
Il terzo, un po' meno estroverso dei precedenti: - Certo... certo anche la mia urla.
Riprende il primo: - L'ho scelta perche' ha delle gran belle gambe, e sapete che a me le gambe eccitano! Torno a casa la sera dopo il lavoro, e la trovo nella vestaglia minigonna che le ho regalato io. Lei mi viene incontro per salutarmi, ma io prima che riesca a baciarmi la afferro per la vita e la porto in camera da letto. Accendo dei faretti che ho installato apposta, e li oriento sulle sue splendide estremita' inferiori. Ancora in giacca e cravatta comincio a baciargliele partendo dai piedi. Sento che lei ha capito il mio desiderio, e che comincia ad ansimare. Arrivato alle cosce comincia a mugolare ed a tirarmi via la giacca e la camicia. Poi quando comincio ad usare la lingua lei mi prega di essere penetrata, ed io la possiedo a lungo, e lei urla, ed urla, ed urla...
- La mia invece ha un seno stupendo, grande ma solido, tondo con dei capezzoli durissimi. Spesso mi assento dal lavoro per coglierla di sorpresa. Lei e' casalinga, e qualunque cosa stia facendo quando arrivo le strappo il vestito sul petto e le ciuccio le tette accarezzandole tutto il corpo. Lei ansima ed io la corico sul pavimento... sempre che non trovi nessun mobile li' vicino. Estraggo il membro ormai paonazzo e glielo strofino addosso. Lei impazzisce dal desiderio, salta su in piedi e mi mette sotto per farsi penetrare e baciare ancora i capezzoli, ed urla, urla, grida... sapeste come grida!
Il terzo ha ascoltato interessato ma non sembra molto eccitato.
- Ma tu, non dici niente? Come urla tua moglie?
- Beh, se devo proprio... Quando torno a casa, alla solita ora, mi metto in canottiera e vado in cucina per mangiare. Lei e' li' in vestaglia, stanca della giornata. Ci salutiamo, e mi metto a leggere il giornale mentre lei sbriga le faccende di casa. Mangiamo in silenzio la solita minestra, a volte un pezzo di formaggio molle. Lei pulisce la cucina mentre io mi addormento davanti al televisore.
Sul tardi a lei a volte viene voglia e mi chiama dal letto, ed io mi sveglio. La raggiungo, mi metto il pigiama e cerco di dormire. Lei comincia a piangere, non ho mai capito perche', e allora mi volto e facciamo l'amore... due, tre minuti poi ho il mio orgasmo... fugace... sapete, sono un po' precoce... e lei ricomincia a piangere. Mi alzo e mi avvicino alla finestra, dove mi pulisco l'uccello sulle tende. Allora lei comincia a gridare, e urla, urla...
Tre amiche si ritrovano una sera per una rimpatriata. Sono passati molti anni e come sapete le strade della vita sono molteplici: una e' diventata una manager, una e' diventata una suora, e una si e' sposata ed e' diventata una casalinga.
Si ritrovano a mangiare una pizza e si raccontano con moti di toccante umanita' del presente e dei tempi passati. Alla frutta, non senza una inopportuna malizia, il cameriere porta tre belle banane.
La manager afferra il frutto e con fare molto provocante per le amiche e qualche antistante se ne ciba, a piccoli pezzi, inumidendo e titillando ogni pezzo con una agile e stuzzichevole linguetta.
La suora e' tutta scandalizzata e irrigidendo e stringendo con severita' le labbra, usando con destrezza le posate affetta finemente il frutto peccaminoso stando ben attenta che nessuno la stia guardando.
La casalinga invece osserva poco convinta il contenuto del piatto. Si guarda attorno sconsolata. Prende allora fermamente la banana con una mano e la sbuccia. Si guarda ancora attorno alla ricerca di chissa' cosa, poi sbuffando alza gli occhi al cielo e afferrandosi la nuca con la mano libera si spinge la testa fino ad ingoiare forzatamente il giallo fallo.
FINE