Mangiare bene a Brindisi

/*Eat good in Brindisi*/

 

brindisi mangiare «Vittoria sul capo, sconfitta sullo stomaco. Il capo se ne andato, lo stomaco se ne uscito. Ciò che sconcerta di più però è il cliente.»

 

Last modified: Oct 4, 1996 (Created: Oct 4, 1996)
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Mangiare a Brindisi

In Italia si può mangiare bene a Brindisi. Questo è il teorema, ma non lo dimostrerò. Però vi racconterò come un viaggio di lavoro possa trasformarsi in una gita Impossibile!.

Dunque. Tanti anni fa mi capitò di fare un viaggio di lavoro a Brindisi. Ero agli inizi della mia fulgida carriera... ma proprio all'inizio... tanto che era il mio primo viaggio di lavoro, e per farmi 'da balia' mi accompagnava (addirittura!) il mio capo.

Dopo l'ultima giornata passata interamente nello stabilimento del cliente, ci mettemmo d'accordo per cenare in maniera informale con lui. Andammo da 'Maurelio'. Ci eravamo stati già la sera prima e ci eravamo trovati bene, quella sera ancora meglio. Questa volta c'erano addirittura gli antipasti caldi di pesce, quelli freddi, in una quantità e in una varietà incredibile. Ed erano buonissimi con tutte le loro salsine saporitissime... vi direi con maggiore precisione cosa ho mangiato, ma (cosa per ora incredibile) non ricordo più nulla... Poi sono arrivati i primi, e poi i secondi, e infine il dolce; tutto all'altezza delle aspettative che si erano alzate man mano che arrivavano i piatti dell'antipasto...

La discussione poi, era interessantissima. A quell'epoca mi dedicavo all'engineering, e approfittavo della vicinanza di quei due 'lupi di mare' del settore per imparare qualcosa del mercato, della formazione, della mia professionalità... e cagate e ruffianate del genere. Eppure mi riusciva sempre più difficile seguire la discussione, che spesso si richiudeva sugli altri due. In effetti avevo mangiato veramente tanto, ed anche un po' bevuto, tanto che avevo slacciato il bottone dei pantaloni coprendolo miseramente con la cravatta... ma in definitiva ero soddisfatto. E arrivato al caffè, rinunciai addirittura all'amaro tanto mi sentivo saturo di ottime e abbondanti libagioni... ...Ma la vera storia di questa solenne mangiata inizia adesso.

Uscimmo in strada, e il poter passeggiare un poco al fresco inverno del meridione mi diede un discreto sollievo. La piacevole conversazione continuò fino all'abitazione del cliente e li ci accomiatammo. Io e il capo tornammo in albergo. Silenziosi, forse perché il sentore del rientro in ditta il giorno successivo, affievoliva la parentesi informale di quei giorni... O forse, qualche altra inquietudine ci infastidiva? Accidenti. La pancia tirava ancora!

Arrivati che fummo fissammo la sveglia e andammo ognuno nella propria camera. L'albergo era caldo e opprimente. Il termometro al piano, segnava venticinque gradi. La camera per fortuna era arieggiata grazie alla finestra che lasciai provvidenzialmente aperta prima di uscire il mattino. Mi fu necessario coricarmi sul cuscino piegato in due per poter respirare liberamente, e di fronte al televisore acceso per intorpidirmi a sufficienza le membra per addormentarmi; ma mi resi conto che qualcosa non andava.

Mi svegliai con una forte nausea. Il televisore era acceso e guardando l'orologio capii che non poteva essere passato più di tre quarti d'ora dall'ultima volta che me ne accertai. Repentinamente corsi nel gabinetto in preda ad un violento conato di vomito. Fu uno spasimo violentissimo, il più forte della mia vita, un violentissimo colpo di tosse, ma fatto con tutto lo stomaco, il petto e la gola... in quegli istanti mi immaginai che l'immondo materiale uscendo sotto forma di enormi pezzi frastagliati mi provocasse qualche lesione alla bocca. Uscì con un rumore fortissimo, una specie di urlo strozzato contemporaneamente al fetido parto che immaginai subito potesse essere udito in tutto il piano.

Passata la crisi, riaprii gli occhi che avevo chiuso per il dolore. Potevo riconoscere un po' tutto ciò che poche ore prima ammiccava nel mio piatto ed in quello dei miei commensali, mancava solo che qualche pesciolino si rimettesse a sguazzare in mezzo a tutto quel fiele. Disgustato (nel vero senso della parola), constatai che in fin dei conti me l'ero cavata abbastanza bene: avevo centrato il water e solo alcuni schizzi nell'impatto con la ceramica erano rimbalzati tutto attorno (anche ad una discreta distanza). Ragazzi. La storia potrebbe concludersi qui. E invece no, secondo me il meglio è dopo!

Dunque. Mi avviai di nuovo a letto convinto di aver pagato il debito con Morfeo... e invece vomitai indecentemente in maniera rumorosa altre due volte... e solo una sostanza lattiginosa acidissima e con un sapore...! Comunque dormii. Fu un sonno agitato e, come ho detto, frequentemente interrotto. Mi vergognavo di aver fatto tutto quel rumore, e poi di aver fatto la figura del pivello con il mio capo. Verso l'ora della sveglia mi alzai che il televisore completamente ignorato era ancora acceso. Ovviamente ero ridotto uno straccio. Finalmente feci un uso più canonico del gabinetto e finalmente mi risciacquai la bocca più volte, operazione che la notte, con la volontà totalmente annullata, trascurai di attendere... quand'ecco che dal corridoio: -burp! ...Burp! ...Porco [di quà] e Porco [di là]... BRBLEEAAAAAAAAAAAAAAH!- Nonostante la nausea esplosi a ridere, lì, da solo come un cretino.

Quando venne a chiamarmi il mio capo io ero lindo e tirato, in più mi potevo permettere di atteggiare disinvoltura. Lui invece era pallido e sfatto come uno straccio... e capii che l'onore era salvo, e il mio primo viaggio di lavoro si era trasformato in una gita Impossibile!.


Sono interessato a fornire ulteriori informazioni su questa gita scambiandole con altre sullo stesso tema e riguardanti sopratutto:
FINE